Filosofia della comunicazione by Nicla Vassallo & Claudia Bianchi;

Filosofia della comunicazione by Nicla Vassallo & Claudia Bianchi;

autore:Nicla Vassallo & Claudia Bianchi; [Vassallo, Nicla & Bianchi;, Claudia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Manuali Laterza
ISBN: 9788858117651
editore: edigita
pubblicato: 2005-11-14T23:00:00+00:00


5. Narrazioni

Abbiamo spesso parlato del senso, senza precisare cosa intendessimo con ciò, trattandolo cioè come un termine primitivo. Certamente per noi il senso non è identico al riferimento, come una tradizione logica risalente a Frege intende questa parola; ma piuttosto a ciò che nel parlare comune si intende per ‘aver senso’. Senza pretendere di trarne una definizione, la semiotica lega molto fortemente il senso a due altre nozioni comunicative. Della prima abbiamo già parlato: è la pertinenza, intesa non solo come il fatto di c’entrare con il topic della comunicazione, ma soprattutto di far differenza: un certo significante ha tanto più senso quanto più la sua presenza influisce sul contenuto della comunicazione e le sue conseguenze cognitive, passionali, pratiche.

Una seconda nozione che chiarisce il senso è quella di narrazione: una cosa ha senso quando possiamo intenderla come elemento di una storia. Ma cos’è una narrazione? L’approccio più convincente è ancora quello che si può ricavare da alcune osservazioni di Aristotele nella Poetica: una storia è un testo strutturato in maniera tale che si possa distinguere in esso un ordine che non può essere modificato a piacere. Si tratta della fabula, cioè della struttura cronologico-causale degli eventi: una cosa è accaduta perché prima ne è successa un’altra che l’ha determinata e così via. Naturalmente non tutti gli eventi fanno parte di una storia, c’è anche qui una selezione basata sulla pertinenza. Inoltre è certamente possibile, talvolta necessario, narrare una storia senza seguire l’ordine dei fatti. Ma quando questo accade (come sistematicamente nei romanzi polizieschi, ad esempio), noi possiamo dire di aver compreso la storia quando siamo in grado di ricostruire la fabula.

5.1. Uno dei risultati più significativi della semiotica degli ultimi decenni è la proposta di un unico modello descrittivo per tutti i tipi di narrazioni. Questo modello, dovuto a Greimas e alla sua scuola, consiste di diversi componenti. Potremo qui riassumerne solo gli aspetti principali. In primo luogo vi è uno schema standard dell’asse sintagmatico delle narrazioni, che è composto da quattro fasi: un contratto, eventualmente preparato da un’attività di manipolazione cognitiva (è la fase in cui si individua assieme l’oggetto della narrazione, ciò che dev’essere ottenuto, ad esempio un tesoro o un amore, la verità o la cattura di un criminale, e chi deve incaricarsi di farlo); una fase di accumulo della competenza necessaria per costui, sia sul piano cognitivo che su quello pratico (e dunque egli raccoglie alleati e strumenti, conoscenze ed esperienze); una fase in cui avviene la performance richiesta; e una fase in cui tale azione ottiene la sua sanzione. Naturalmente ognuna di queste fasi può fallire, ripetersi, comporsi di sottostorie (eventualmente in maniera ricorsiva: l’acquisizione della competenza avviene attraverso la contrattazione, il raggiungimento e il riconoscimento di certi sotto-obiettivi eccetera, come quando Ulisse, prima di riconquistare il suo posto, deve arrivare fisicamente a Itaca, e per farlo deve prima sopravvivere al naufragio e così via).

5.2. Un secondo aspetto del modello greimasiano è uno schema sintattico che classifica i fattori che necessariamente agiscono nella narrazione. Sono gli attanti, da non confondersi con i personaggi del testo.



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